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Lettera Aperta agli Istruttori del VFG

(inserito il: 30/04/2020, categoria: NOTIZIE)

La Commissione Interregionale Scuole, CISASA-VFG, a firma del suo Presidente Edoardo Fioretti, ha pubblicato la qui di seguito "Lettera Aperta agli Istruttori del VFG". 
 
COMMISSIONE INTERREGIONALE 
VENETO – FRIULANA – GIULIANA 
SCUOLE di ALPINISMO, SCI-ALPINISMO, 
ARRAMPICATA LIBERA, SNOWBOARD-ALPINISMO 
e SCI-ESCURSIONISMO 
 
Vittorio Veneto, 28 Aprile 2020 
 
A tutti gli Istruttori del VFG 
 
Oggetto: Lettera aperta agli Istruttori delle Scuole del VFG 
 
Da alcuni anni si discute molto, sia in Commissione Nazionale che in Scuola Centrale di Sci Alpinismo, sulla necessità o meno di rivedere l'impostazione dei Corsi ISA e Corsi INSA, essenzialmente sulla base dell'evidente calo di candidati al Corso Nazionale; il fenomeno, sebbene in forma minore, tocca anche i corsi IA ed INA. 
E' proprio di questi giorni l'invio ai Direttori delle nostre Scuole di un questionario da parte della CNSASA, finalizzato a comprendere meglio le ragioni di questa situazione. 
La causa di ciò viene dai più attribuita all'affievolimento del volontariato, all'eccessiva durata del Corso, alla sua elevata onerosità, al fatto che venga visto come una sorta di ripetizione inutile e ridondante del Corso ISA, oppure all'eccessivo livello tecnico-culturale richiesto ad una figura non professionista.  
Qualcuno ritiene che il calo sia determinato da due fattori concomitanti: il primo consisterebbe nel fatto che l'ISA può dirigere quasi tutti i corsi, fatta esclusione dell'SA3, riservato alla direzione dell'INSA, ma il cui numero a livello nazionale è bassissimo (tra i 3 ed i 6 all'anno); il secondo nel fatto che l'INSA può dirigere la Scuola, e proprio ciò costituirebbe un elemento deterrente in quanto la direzione della Scuola verrebbe interpretata come un impegno di grande responsabilità, eccessivamente gravoso e quindi non ambito. 
Questo argomento è stato ampiamente dibattuto anche durante l'ultimo Congresso degli Istruttori Nazionali, svoltosi a Castelbrando nei giorni 26 e 27 ottobre scorsi; ne è emersa un'interpretazione ampiamente condivisa da parte sia degli Istruttori di Alpinismo che di Sci Alpinismo presenti, secondo cui il fenomeno dipenderebbe proprio dalle proposte formative delle nostre stesse Scuole. 
Sotto la pressione della "responsabilità", delle "mode" e dei "numeri", le nostre Scuole avrebbero abbandonato i valori che ci hanno guidati in oltre 80 anni di storia e sui quali si sono formate generazioni di alpinisti: passione per la montagna e spirito d'avventura, che ora sembrerebbero essere stati sostituiti da concetti molto lontani dal vero alpinismo, quali "divertimento", "tecnicismo", "difficoltà fine a se stessa"… 
Le nostre Scuole si sarebbero dunque adeguate ai moderni concetti di spettacolarizzazione dell'attività di montagna, veicolati con grande efficacia dai social network, dalla TV e da alcune riviste, abbandonando i "vecchi" principi. 
Questo cambiamento di approccio e di formazione mentale nei confronti dei nostri allievi avrebbe portato alla morte dell'alpinismo classico, quello che riempiva le vallate alpine e le pareti, comprese quelle di media difficoltà, fino alla fine degli anni ‘90; avrebbe cioè portato alla scomparsa dell'alpinismo a 360°. Dall'altra parte avrebbe dato luogo alla massiccia frequentazione delle falesie e delle strutture artificiali, come delle cascate di ghiaccio a fondo valle e degli itinerari iperfrequentati di sci alpinismo in grado di offrire discese su neve polverosa o possibilità di allenamento, ma privi di spunti d'avventura. 
Di fatto, vista l'evoluzione che ha subito l'alpinismo soprattutto negli ultimi anni, sembrerebbe che le nostre Scuole avessero abdicato dal proprio ruolo formativo e sociale, per proporre delle nuove attività ludico-sportive, lontane purtroppo dal vero alpinismo… 
Se fosse proprio così, il calo dell'affluenza ai Corsi Nazionali dipenderebbe evidentemente dall'impostazione delle nostre Scuole, che non formano più Alpinisti completi, bensì specialisti di singoli settori tecnici e frequentatori "ludici", più interessati alla bella sciata che alla salita delle montagne, e quindi impreparati ad affrontare un Corso completo ed impegnativo qual è il Corso per Istruttori Nazionali.  
L'alpinismo è un'attività che richiede un approccio profondo, sia fisico che mentale ed intellettuale; richiede tempi lunghi, impegno e stimoli costanti; richiede passione e senso dell'avventura! L'alpinismo è, di fatto, un modo di vivere sia l'ordinario che lo straordinario; solo con questo approccio sarà possibile trarne profonde esperienze interiori e grandi soddisfazioni personali, che sono però in netto contrasto con l'"esigenza di apparire" tanto in voga oggigiorno, con gli attuali standard basati su "attività ludico-sportive", sul "mordi e fuggi", sul "provare sensazioni adrenaliniche", sul "vivere stati di divertimento" o sul "superamento di difficoltà tecniche" non in ambiente. 
Dal Congresso è emersa la chiara indicazione di dover fare un passo indietro, per riprendere in mano il futuro della frequentazione montana e dell'alpinismo; un ripensamento che significa riappropriazione dei valori e dei riferimenti di un tempo, convinti del fatto che la nostra storia ci deve dare la forza ed il coraggio di essere propositivi nella direzione che fu segnata molti anni fa dai primi che assunsero la Presidenza della nostra Commissione Nazionale, coadiuvati via via nel tempo da alpinisti ed esperti che hanno fatto la storia dell'alpinismo e delle nostre Scuole; nonostante sia una direzione attualmente in controtendenza rispetto alle mode dominanti.  
Loro ebbero la capacità di vedere molto lontano… e l'interpretazione che diedero allora dell'alpinismo e delle nostre Scuole è sempre attuale e potente. 
Un passo indietro significa anche riprendere da dove abbiamo abbandonato la nostra strada, dall'appassionare i giovani alla montagna per indurli a frequentarla, dal mettersi in gioco con la natura e… con se stessi… 
In quest'ottica la Commissione vfg, con la Scuola Interregionale, vorrebbe proporsi come punto di riferimento per un cambio di rotta che possa ridare idee e stimoli adeguati per affrontare il fenomeno della riduzione degli aspiranti Istruttori Nazionali al fine di tornare a formare Alpinisti ed Istruttori a 360°. 
A questo scopo la Commissione ritiene di poter far leva su uno strumento ormai radicato nella nostra struttura didattica, ed unico a livello nazionale, che è costituito dai Corsi Propedeutici, nati nel lontano 1966 su iniziativa di Bepi Grazian, Istruttore Nazionale della sezione di Padova particolarmente impegnato nella didattica alpinistica, proprio con l'intento di supportare le Scuole Sezionali nella formazione dei futuri candidati ai Corsi per Istruttori. Da allora la nostra Commissione ha fatto molta strada ed il panorama dei Corsi Propedeutici si è notevolmente ampliato, riscuotendo sempre grande apprezzamento ed interessata partecipazione. 
Ebbene, la Commissione vfg intende potenziare questo strumento con una modulazione che possa offrire stimoli sempre più efficaci per rilanciare una visione d'insieme dell'alpinismo, inteso come multidisciplinarietà, e che dovrebbe essere propria di ogni figura in organico nelle Scuole.  
L'obiettivo consiste nel rilanciare la frequentazione alpina per ottenere di rimando l'elevamento della preparazione complessiva dei singoli, facilitando così l' accesso ed 
il superamento dei corsi-esame per l'acquisizione del titolo di Istruttore, sia regionale che nazionale.  
Si tratterebbe di un progetto formativo ampio ed approfondito, in grado di rispondere appieno alle esigenze dei giovani che si avviano al ruolo di Istruttori del CAI ed a quelle delle nostre Scuole che, per poter guardare serenamente al futuro, hanno bisogno di giovani preparati, motivati e, soprattutto, appassionati.  
Un progetto chiaro e diretto, in grado di far comprendere la grande opportunità offerta dal sistema didattico proposto dal Club Alpino Italiano a favore di quanti aspirino a svolgere il ruolo di Istruttore; un sistema fondato sulle Scuole Sezionali, Regionali e Centrali, molto ben articolato, stimolante ed interconnesso, che ha per obiettivo la crescita individuale e 
delle stesse Scuole. 
La Commissione vfg concorda dunque con quanto emerso dal Congresso, ritenendo che il problema non stia nell'impostazione dei corsi regionali e nazionali, ma nella formazione troppo tecnica e settoriale che viene offerta ai giovani alpinisti attraverso le nostre Scuole; con una adeguata revisione degli obiettivi e dei programmi didattici, oltre che con il supporto delle attività propedeutiche regionali, sarebbe sicuramente possibile controvertire l'attuale 
tendenza. 
Evidentemente, ciò potrà essere realizzato solo con l'impegno e la condivisione da parte di tutti, di ciascun Istruttore e di ogni Scuola. 
 
Un cordiale saluto 
 
Il Presidente 
Edoardo Fioretti


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